L’Italia è ricca di edifici storici, già recuperati, in fase di restauro e ristrutturazione, o parzialmente da ristrutturare. Quasi tutti gli edifici storici presentano o hanno presentato problemi di umidità di risalita capillare, problema che può essere risolto tramite l’installazione di un impianto elettrosmotico, l’iniezione di resine in abbinamento all’applicazione di intonaco macroporoso o l’installazione di centraline elettrofisiche.

In questo articolo vi parlo della Reggia di Venaria Reale, a Torino, che, assieme alle residenze reali sabaude, fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO sin dal 1997 a simbolo della genialità dell’architettura e dell’arte Barocca e Tardo Barocca.

La Reggia di Venaria Reale può considerarsi la più imponente delle residenze sabaude, costruita alla fine del XVII° secolo con lo scopo di divenire base per i momenti di svago dedicati alla caccia.

Molti edifici storici presentano il problema dell’umidità di risalita sulle murature. La Reggia di Venaria venne commissionata da Carlo Emanuele II di Savoia a metà del 1600 con l’intento di avere una base per le sue battute di caccia e una reggia che legasse il suo nome e quello di sua moglie a un’opera di alta levatura. Ultimata nel 1675, vide parecchi rimaneggiamenti nel corso degli anni, soprattutto in seguito ad alcune distruzioni da parte dei francesi e in seguito a nuove commissioni da parte di Vittorio Amedeo II che chiese più sfarzo per la reggia seguendo il modello di Versailles.

Dal 1706, anno in cui avvenne l’assedio di Torino per mano dei francesi, iniziò purtroppo il declino della Reggia di Venaria Reale che venne trasformata per secoli in caserma. Nel dopoguerra la reggia era più simile a un rudere che a una antica dimora reale. Per restaurarla e recuperare anche solo in parte un po’ del fasto che aveva avuto, avrebbe avuto bisogno di uno stanziamento finanziario straordinario.

Si iniziò con opere atte a tamponare le gravi situazioni in cui la reggia gravava e nel 1997 venne annunciata l’intenzione di recuperare l’intero complesso con uno stanziamento di 300 milioni di euro che ne consentì l’apertura al pubblico nel 2007. Ad oggi la nuova sfida è la preservazione dei lavori realizzati e delle strutture recuperate tramite opere di conservazione, impedendo il presentarsi del problema di umidità di risalita che, ricordiamo, può essere risolto con l’impianto elettrosmotico, l’iniezione di resine e l’applicazione di intonaco deumidificante o le centraline elettrofisiche.

Acquistando il biglietto di ingresso si ha l’opportunità di visitare 54 sale della Reggia nelle quali sono esposti pannelli esplicativi sulla dinastia dei Savoia, stampe d’epoca, quadri, suppellettili e alcuni pezzi di mobilio provenienti per la maggior parte da altri musei. Meritano assolutamente la visita la Galleria Grande, autentico capolavoro di architettura del settecento, la Sala di Diana usata anticamente per i ricevimenti, la Scuderia Juvarriana e la Cappella di Sant’Uberto.